Istituto Comprensivo ISTITUTO COMPRENSIVO FILIPPO MARIA BELTRAMI
Omegna
il nostro Motto è Crescere Insieme
La storia della scuola
L’Istituto Comprensivo Filippo Maria Beltrami nasce nell’anno scolastico 2019-2020, in seguito al dimensionamento, diventando un Istituto Comprensivo di notevoli dimensioni che raccoglie buona parte del bacino di utenza della zona e offre un percorso di verticalizzazione della scuola dall’Infanzia alla Secondaria di particolare interesse e rilevanza. Da allora si è lavorato molto per costruire l’identità dell’istituto al servizio della comunità e in continuità con le proprie origini.
Gennaio 1903
La Giovinezza
Mi fermo e penso: quanti ragazzi hanno calpestato i miei pavimenti? Quante voci di fanciulli mi risuonano nella mente? Quando sono stata edificata la città di Omegna era molto diversa da com'è adesso, erano i primissimi anni del XX secolo quando iniziarono la mia costruzione. Prima di venire da me, i bambini andavano alla scuola di un certo maestro Conti mentre le bambine andavano dalle suore Orsoline. La scuola maschile venne poi chiusa e i ragazzi dovettero cambiare la sede dei loro studi varie volte fino a che, il Consiglio Comunale, con la delibera del 6 Ottobre 1901 decise di contrarre un mutuo di 70.000 lire per acquistare il terreno e per costruirmi e ospitare i bambini da educare e istruire. Il territorio che mi fu destinato era indicato come situato in zona Madonna del popolo, era un luogo molto tranquillo scelto appositamente per fare concentrare gli studenti. Finalmente, tra il 1903 e il 1904 venni ultimata; falegnami, muratori e fabbri uscirono, per lasciare posto ai fanciulli che crescevano di numero costantemente e così, dopo poco più di dieci anni, ecco che mi ritrovo con un piano in più e altri cambiamenti destinati ad accogliere un numero sempre più grande di ragazzi.
Gennaio 1929
Verso la Catastrofe
Era il 3 dicembre 1929 quando nei miei locali, accanto alla scuola elementare, venne organizzata ufficialmente la Scuola Comunale di avviamento al lavoro. Ero talmente felice! Ciò voleva dire nuovi alunni, nuovi insegnanti. Purtroppo non si può avere sempre tutto e, con il passare del tempo, le voci delle maestre si trasformarono in comandi, i grembiuli divennero divise e il sabato pomeriggio, al posto di giocare i bambini erano costretti a svolgere esercitazioni ginniche obbligatorie: non vedevo più quella luce nei loro occhi che prima era data dalla libertà di correre, saltare e divertirsi senza ricevere ordini; ma pur con tutto quello che stava succedendo intorno a me non avrei mai immaginato ciò che sarebbe accaduto nell'autunno del '43: le forze nazifasciste mi scelsero come loro base, poiché ero dotata di un "regolare impianto di riscaldamento", i Tedeschi occuparono i miei corridoi fui trasformata in una caserma e divenni il centro di comando delle forze occupanti: dai miei locali, oramai infestati da ogni specie di parassiti, partivano ordini terribili che causavano dolore e sofferenza alla popolazione omegnese. All'occasione ero anche adibita a prigione in cui venivano portati partigiani, individui sospettati di attività antifasciste e talvolta anche civili che non c'entravano con le lotte che si stavano combattendo. Non vi dico quello che provavo durante gli interrogatori delle persone catturate: avrei voluto sparire e una volta… precisamente nell'autunno del '44, un anno dopo la mia occupazione, ho corso anche questo rischio, infatti, i partigiani avevano deciso di preparare un'azione contro gli occupanti che dovevano essere attaccati in un'altra parte della città, per essere liberi di fare ciò, i partigiani decisero che io sarei dovuta saltare in aria, perché la mia esplosione avrebbe distolto l'attenzione dei tedeschi dall'obiettivo reale. Passando per il condotto fognario che allora collegava la scuola alla Nigoglia un gruppo di combattenti avrebbero posizionato del materiale esplosivo al mio interno, ma quando questi uomini erano già entrati in azione, arrivò il contrordine che mi salvò e le cariche che dovevano distruggermi vennero abbandonate nelle acque del canale. In tutto questo disordine riempito di intimazioni urlate e talvolta pianti e lamenti mi sentivo sola e la tristezza era scesa sulle mie pareti sempre più grigie. Finalmente l'anno dopo, la primavera portò con sé anche la Liberazione: l'Italia cessò di essere una monarchia e diventò una Repubblica.
Aprile 1945
La Ripresa
Ci impiegai un po' a riprendermi, ero veramente ridotta male, tanto è vero che, nel momento in cui dovevano rimettermi a posto, venne calcolato che sarebbero servite almeno un milione di lire per risistemare tutto quello che gli occupanti avevano distrutto. Questa cifra è riportata in un documento del Comune di Omegna, datato 15 giugno 1945. Sempre in questo documento vi è anche scritto che i reparti armati che si erano avvicendati nei miei locali senza un comando e senza alcuna disciplina avevano "ridotto in uno stato pietoso le aule e parte dell'arredamento scolastico". Mi avevano bruciato i banchi, le porte e le finestre. Ero rovinata, devastata, anche moralmente, ma appena tornai a svolgere la funzione per cui ero sorta mi ripresi. Gli anni che seguirono furono di vero cambiamento, mi venne aggiunta l'ala che guarda verso la Nigoglia e le mie aule accolsero nuovi ordini di scuola. Prima arrivarono le Medie come sezione staccata delle "Morandi" di Novara, poi tra il 1947 e il 1955 vennero ad aggiungersi le scuole di Avviamento Professionale Industriale e Commerciale. Durante questo periodo, per la prima volta, nel 1949 a una parte del mio edificio venne dato il nome di una persona: la scuola Media di recente formazione venne intitolata a "Guido Boggiani". Avevo sentito molte volte parlare di questo artista internazionale nato ad Omegna nell'anno dell'Unità d'Italia, fu un grande talento nel disegno, tanto che dicevano di lui che fosse nato con la matita in mano; purtroppo durante un'esplorazione nel Chaco paraguaiano morì in circostanze misteriose ad appena 41 anni. Ero contenta di portare il nome di un artista, ma quando, agli inizi degli anni Sessanta la seconda Scuola Media che sorse nei miei locali al posto dell'avviamento professionale, fu intitolata Filipo Maria Beltrami, mi sentii onorata e felice perché avevo il nome di un eroe che si sacrificò per la libertà. Quelli, furono anni di grandi cambiamenti sotto tutti gli aspetti: ci furono Riforme scolastiche, la società si modernizzò, le ragazze iniziarono pian piano ad abbandonare i grembiuli e le lunghe gonne a pieghe blu mentre i maschi allungarono i calzoni. Le lassi incominciarono ad essere miste, e nuovi cognomi che provenivano da luoghi lontani d'Italia entrarono nei miei registri, così come altri Ordini di scuola entrarono nel mio edificio. Ad un certo punto fui unificata ad altre scuole medie ma, persi anche i miei due nomi, e con grande rammarico tornai a essere semplicemente Scuola Media Statale di Omegna e negli ultimi venti anni questa scialba denominazione si è alternata al nome di "Filippo Maria Beltrami".
Gennaio 1960
Il Presente e il Futuro
Ora sono diventata un Istituto Comprensivo e di nuovo sono stati effettuati dei cambiamenti: * Nelle mie aule ci sono alunni che provengono da tutto il mondo, di lingue, usi e culture diverse * Al mio interno sono sorti nuovi corsi di alfabetizzazione peer stranieri, lingue e informatica, destinati agli adulti * E' stato realizzato il corso musicale all'interno della Secondaria e grazie ai suoi alunni tutti i pomeriggi sento dei suoni, alcuni melodiosi, altri un po' meno ma tutti così ricchi di gioia e vivacità che riempiono le mie giornate * La grande novità però sono stati gli ultimi importanti lavori di ristrutturazione che mi hanno risistemata, abbellita e hanno abbattuto l'ultima parete che separava in due parti il primo piano del mio edificio: sparita questa divisione posso vedere tutti insieme; ragazzi, bambini e adulti di etnie differenti che imparano a stare insieme, a convivere tra di loro e a condividere esperienze, idee e conoscenze. Questo mi riempie di gioia e di orgoglio e mi fa sperare in bene per gli anni futuri. Quando la sera chiudono i miei portoni, dopo che anche l'ultima persona se ne è andata via e sui miei corridoi calano il buio e il silenzio, iniziano a farsi avanti nei miei pensieri i volti, i suoni e i ricordi che mi hanno accompagnato per tutti questi anni. A quel punto mi metto a fare i bilanci e mi sembra di esser stata utile e non poter desiderare di più… Anzi no! Un desiderio da esaudire ci sarebbe ancora: avere nuovamente un nome che contraddistingua non solo la scuola Secondaria di primo grado ma anche l'intero Istituto. E il nome che continua a tornarmi in mente per tutto quello che ha rappresentato nella guerra di Liberazione e nella storia della nostra città è Filippo Maria Beltrami.
- 1903
- 1929
- 1945
- 1960
3 Scuole dell’infanzia, 7 primarie ed 1 secondaria di primo grado.
Le carte della scuola
La scuola raccontata attraverso i documenti più importanti, come il piano triennale dell'offerta formativa
In questa pagina è possibile consultare le Delibere del nostro istituto.
La scuola in numeri
9 Plessi di cui: 9 sezioni di scuola dell’infanzia 31 classi di scuola primaria 15 classi di scuola secondaria di primo grado
880
Numero alunni
55
Numero classi
16
Media alunni / classe